Come provare di nuovo il gusto della vita? Non con un
bicchiere di Averna tra amici, evidentemente, ma con un gioco antico eppure
sempre eccitante: la scommessa. Sempre a quei livelli non è che si scommette
sul fatto che il sasso che lancio io in mare andrà più lontano del tuo. No, lì
il gioco è basato sul potere: il mio è più grande del tuo. Questa è la molla.
Così si comincia a scommettere su quello che non c’è ma potrebbe accadere; si
creano bolle che scoppiano all’improvviso investendo progetti di vita di migliaia
di persone inconsapevoli; si scommette sulla bancarotta di un piccolo paese,
poi di uno più grande e, perché no?, di un intero continente.
Ovviamente, perché questo gioco possa avvenire ha bisogno
della condivisione di molti. Com’è possibile, ci chiediamo voi ed io. Credo che
ci siano più componenti. Intanto l’estrema ricchezza genera soggezione in chi
non ce l’ha. Uno pensa “chi sono io per mettere in discussione l’operato di
persone che, per avere raggiunto un tale potere, sanno sicuramente quello che
fanno?”. Poi c’è il conformismo, il pensiero unico, che è la vera perniciosa
epidemia dei nostri tempi, e che ha appestato innanzitutto i governi delle
nazioni. I cosiddetti “grandi” della terra, e mai aggettivo fu più ridicolo, si
sono affrettati tutti ad inchinarsi ai membri del club e fanno a gara a fare la
faccia feroce e a mandare la polizia contro i loro cittadini, che protestano
per le condizioni di vita improvvisamente impoverite. Infine c’è la formazione.
Quando il club ha deciso di avviare il suo gioco, ha capito che per una sua diffusione
capillare aveva bisogno di addestrare un esercito di giovani. I quali, proprio
in virtù dell’addestramento, hanno portato avanti il progetto con convinzione e
molta determinazione. Tipo quelli della Lehman Brothers, che il giorno prima
vivevano in villa in quartieri esclusivi e viaggiavano in Porsche e il mattino
dopo si sono ritrovati, storditi, con una scatola di cartone in mano sul
marciapiede davanti ai loro uffici.
Ora, mettiamoci nei panni dei membri del club. Se io posso
giocare con la vita di milioni di persone, se permettete, mi sento un dio, e se
sono un dio, posso giocare anche con la loro morte. Questo devono avere pensato
quando hanno deciso di lanciare una nuova scommessa. Perché non scommettere
sulla morte degli anziani? Si prende un gruppo di persone anziane consenzienti
(sic!) e si scommette che moriranno presto. Sì, ma chi scommetterà che
moriranno più tardi? Non ci crederete, ma hanno trovato l’altro scommettitore,
una banca solitamente severa, che invece per l’occasione si è scoperta una
natura giuliva: la Deutsche Bank. Sono nati così i cosiddetti “bond della
morte”. Ve l’immaginate, nel prossimo futuro, lo scontro fra questi Golia? E
noi, poveri Davide, siamo condannati a fare da spettatori, o peggio, da vittime
designate? Non so voi, ma io ho scelto un sasso adatto alla bisogna e mi sto
esercitando a prendere la mira.
Non con intento polemico, ma come semplice constatazione, è doveroso aggiungere che i membri del club sono tutti uomini.
a.m.-snoq.cerveteri
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